
Campionato contraddittorio per la Sanremese, costretta a deviare l’orizzonte nonostante i propositi di rilancio dichiarati ad inizio stagione dal presidente Masu. Facile immaginare che scenderà al “Riboli” per racimolare punti e chiudere al più presto il discorso salvezza: specialista del segno “x”, ha colto i tre punti in trasferta solo a Borgaro e a Fossano. La storia societaria parla da sé: tre partecipazioni ai campionati di serie B, lunghi periodi di militanza in serie C, tre Coppe Italia Dilettanti (una a livello nazionale e tre a livello regionale) e soprattutto un avversario veramente ostico per i colori bianconeri. Quella che andrà in scena domenica prossima sarà la quarantaduesima sfida: l’Unione ne ha vinte finora 6, a fronte di 18 pareggi e 17 sconfitte.
Il primo incrocio è datato 16 febbraio 1947: nella Serie C di allora, i matuziani prevalsero sul terreno amico 2-0, continuando la marcia verso il primato, a cui contribuì la stessa Lavagnese superando a poche giornate dal termine la rivale Entella in un derby entrato nella storia. La Sanremese avrebbe poi fallito l’accesso alla Serie B, lasciando il passo al Magenta nella fase finale.

Un gol di Di Fraia permise invece ai bianconeri nel dicembre 1963 di cogliere il primo successo in assoluto sulla Sanremese; usciti imbattuti anche nella partita di ritorno, non sarebbero tuttavia riusciti a salvarsi in quel torneo di serie D sconfitti nello spareggio-salvezza dal Sestri Levante. Fu invece la Promozione (una sorta di Eccellenza di oggi) il teatro degli incroci dei primi Anni Settanta, con l’Unione che si impose 3-0 il 25 marzo 1972 (doppietta di De Mattei e rete del giovane Semenza) e mise a segno con Melillo il primo gol in trasferta nell’1-1 del 12 maggio 1974.
Nel 1992 il fresco e brillante Lavagna di Wildon Torrini entusiasmò la città durante i primi mesi di Eccellenza, duellando in vetta con la Sestrese e presentandosi al big-match dell’8 dicembre in un “Riboli” rimasto inviolato da un anno: vinse però con un gol di Vassallo la Sanremese di Cichero, che prese slancio per superare anche i verdestellati e condurre solitaria in testa fino alla fine del girone di ritorno.
Tutte in Serie D le gare del nuovo secolo, che hanno avuto il loro apice nei playoff della stagione 2003-04. La scintillante Lavagnese di Costanzo Celestini, giunta sorprendentemente terza dietro le corazzate Massese e Sanremese, eliminò in semifinale il Vado prima di affrontare i matuziani nel doppio confronto. In un “Riboli” stipato ai limiti della capienza, con la tifoseria ospite mischiata a quella entelliana (gemellata), l’Unione non riuscì a perforare la difesa della Sanremese, guidata dall’ex colonna del Palermo Biffi. Decisi a compiere l’impresa nel ritorno al “Comunale” di Sanremo, i bianconeri impostarono una gara propositiva e fecero rimanere con il fiato sospeso mister Soda e i 1.100 spettatori, sfiorando il gol con Carlos Lovera e Croci. Solo nel recupero un tiro di Gambardella chiuse ogni speranza, dando il pass per la C2 ai biancocelesti.

Giallo invece in apertura del campionato 2007-08: la Lavagnese di Maselli chiese invano al Giudice Sportivo di ribaltare lo 0-1 di Sanremo, denunciando la posizione dubbia del giocatore Cisco Guida, ancora in contratto con il Sestri Levante. Nel ritorno si prese poi la rivincita, complici i problemi finanziari dei ponentini, con un rotondo 5-0, che rappresenta ancora il risultato con il più ampio scarto tra le due squadre.

Dal 2016 al 2020 magre soddisfazioni per l’Unione, con l’incubo Pippo Scalzi a materializzarsi sovente nel tabellino dei marcatori (come nello scorso novembre con la maglia dell’Imperia…). L’ultima vittoria lavagnese è l’1-0 del 25 ottobre 2021 siglato su rigore da Lombardi, in un inedito posticipo notturno che risulta negli annali come l’unico successo esterno. Raro successo di un’annata balorda che non bastò all’Unione per tirarsi fuori dalle secche di una classifica asfittica, e che si rivelò pure deleterio per la Sanremese, staccata dal gruppo di testa composto da Chieri, Derthona e Novara.

Articolo, interviste e foto a cura di Gianluigi Raffo
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