Da grande promessa a baluardo della difesa bianconera: questa la parabola di Marcello Marinetti, nato a Varese Ligure il 13 aprile 1946 e diventato vera e propria icona della Lavagnese tra gli anni Sessanta e Settanta.
Nel 1961, su segnalazione dal dirigente Toso, la Lavagnese si accorge di quest’ala mancina e “Din” Avvenente lo aggrega quindicenne alla formazione juniores, nella quale spicca il talento di Varzi. Sacrifici ed ore di autobus da e per Varese Ligure per gli allenamenti, ma i risultati non tardano ad arrivare: nel 1963 la vittoria nel Campionato Regionale su Genoa, Sampdoria e Spezia, suscita l’interesse di Juventus e Fiorentina. Sotto gli occhi di Ferruccio Valcareggi, allenatore dei viola, Paggi, Mancardi, Varzi, Natoli e Marinetti scendono in campo per il provino, ma qualcosa va nel verso storto. “Andai a Firenze claudicante e alla prima azione finii contro la recinzione”, racconta Marcello. “Con un dito del piede gonfio e sanguinante, ad ogni tiro era un supplizio e le mie speranze finirono in pratica lì”.
La retrocessione in Prima Categoria (1965) gli apre tuttavia le porte della Prima Squadra, dove Avvenente travasa buona parte dei suoi giovani. Aldo Zucchero qualche anno dopo lo reimposta terzino sinistro: ne ottiene applicazione nella marcatura e coraggio nei duelli aerei. Inoltre ne sfrutta le progressioni sulla fascia coronate dal cross o dalla conclusione potente a rete. Sono anni, tra Promozione e Prima Categoria, più ricchi di sogni che di risultati, nei quali la sua popolarità in città aumenta frequentando il Bar Tuletti, punto di ritrovo di appassionati e giocatori (“Quintino si oppose alla mia cessione, prima al Sestri poi al Canelli” chiosa) o partecipando ai vittoriosi tornei estivi del “Riboli”. Si adatta a libero, ma nel 1973, quando la Lavagnese resta impelagata in zona retrocessione, mister Edilio Solari lo rivuole in attacco e la sua rete a Pietra Ligure risulta fondamentale per la salvezza.
Nel 1975, dopo 212 gare di campionato, lascia i colori bianconeri e va all’ACSA Bacezza; spende gli ultimi scampoli di gioco con Varese Ligure, Old Boys Chiavari e Cavese, appendendo le scarpe al chiodo a 45 anni. Dopo tanti anni resta un cuore bianconero, come testimonia la sua presenza costante alle gare interne dell’Unione.
Articolo, interviste e foto a cura di Gianluigi Raffo
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