Cronache lontane e un po’ sdrucite, lasciate a memorie nascoste e alle righe ingiallite dei quotidiani… Siamo nell’autunno del 1954: gli sportivi lavagnesi stanno imparando a conoscere la televisione, un nuovo apparecchio del valore di 45.000 lire che sta cambiando il modo di vedere il mondo. Nelle case dei pochi fortunati che l’hanno acquistata passano le immagini dei campioni e degli immensi spalti gremiti degli stadi della serie A.
Sono anni di forti contrapposizioni e le vittorie della squadra del cuore, documentate stabilmente nel palinsesto della RAI, inorgogliscono città e campanili. Tra gli spettatori affascinati dal nuovo mezzo anche i tifosi dell’Unione che stanno facendo ribollire il “Riboli” di entusiasmo. La Lavagnese è infatti inserita nel girone B di Promozione, una sorta di Eccellenza ristretta alle squadre di Genova e La Spezia, e si sta ben comportando. Lotta per il vertice con i vicini della Sammargheritese, un club ambizioso che sotto la guida del Duca De Ferrari ha risistemato lo stadio “Broccardi” e punta decisamente alla Quarta Serie, approfittando dei problemi di assetto di Entella e Sestri Levante. Il Consiglio Direttivo della Lavagnese, che annovera Berisso, Carrara, Boero e Magnetto, oltre al presidente Pietro Barsotti, ha messo a disposizione dell’allenatore Aldo Zucchero una rosa che vuole stupire, un adeguato mix tra esperienza e gioventù. Da un lato, la freschezza dei ragazzi della “Beiga” Giancarlo Mordini, Sergio Guazzi, Bruno Bernardini, Emilio Guidoni, “Milietto” Podestà, Renato Mazzarello, Dario Torrini, dall’altra la malizia di Maralino, Cappelli, Nardi e dell’eterno “Nanni” Raffo.
I blu-arancioni partono subito forte e collezionano nove vittorie nelle prime dieci giornate, poi perdono in casa della Bolzanetese e vengono scavalcati dai bianconeri, vittoriosi sul Pontedecimo. Il testa a testa ha coinvolto in toto la città, come testimonia il grande giornalista lavagnese Giuliano Costa: “Campo stipato di spettatori alla domenica, tifo imperante sulle gradinate, bandieroni bianconeri al vento di tramontana; e sono ritornati i capannelli di tifosi all’angolo di Betti alla sera e sotto le palme del mercatino sul mezzogiorno. Il risveglio completo del tifo lavagnese, il ritorno di quella passione che sembrava ormai disciolta nelle povere acque del Fravega; un miracolo, insomma, è avvenuto….”.
Il 19 dicembre 1954 è il grande giorno in cui le due contendenti si sfidano a Lavagna. Dopo un primo tempo di studio ed avaro di emozioni, ad inizio ripresa Raffo incorna una punizione battuta dalla trequarti da Cappelli e fa secco il portiere Rubattino. E’ il gol-partita.
La Samm furente abbozza una reazione, ma è Alivernini, in giornata no, a vedersi negato il raddoppio (73’) per un fallo su un difensore. Gli ospiti tentano l’ultimo assalto: il palo salva l’ex di turno Guazzi dalla conclusione di Gravano e il fischio di chiusura porta a +3 la Lavagnese che festeggia il Natale da capolista in fuga.
I derbies contro Entella e Sestri Levante porteranno poi ad un brusco stop, con la Sammargheritese ad operare il controsorpasso ed a lanciare la volata finale verso il traguardo di maggio, ma quell’autunno di emozioni restò per molto tempo nella mente dei supporters bianconeri. La squadra degli amici, dei ragazzi della porta accanto, guidata da un maestro come Zucchero (che l’anno dopo avrebbe guidato proprio la Sammargheritese in Quarta Serie) aveva fatto sognare la città negli anni difficili della ripresa post-bellica.
Ecco il tabellino di quella indimenticabile partita del 19 dicembre 1954:
Lavagnese – Sammargheritese 1-0 (0-0)
Rete: 49’ Raffo G.
Lavagnese: Guazzi S., Mazzarello R., Mordini I, Maralino, Nardi, Cappelli; Guidoni I, Raffo G., Alivernini, Torrini I, Podestà I. All. Zucchero.
Sammargheritese: Rubattino, Amadori, Minacciolo, Paganelli, Gravano, Chierico; Ferrari I, Poddine, Visani, Ferrari II, Castagnola. All. Barbieri.
Arbitro: Valmori (Firenze).
Articolo, interviste e foto a cura di Gianluigi Raffo
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